domenica 19 giugno 2016

LA STORIA DI LUCA MESTRONI ATLETA CON LA SCLEROSI MULTIPLA

Vi presentiamo Luca Mestroni, atleta paralimpico dell'ASD Atletica 2000, affetto dalla sclerosi multipla.




E' Lui che ci racconta la propria emozionate storia di vita su come si possa gestire una dura e difficile malattia ed esser esempio di vita per tutti noi:

 
"Dieci anni di sclerosi multipla e non sentirli. Beh, non è esattamente la verità!
 
 Era l'anno dei Mondiali di calcio in Germania.L'Italia lo avrebbe vinto e io passavo le giornate tra mille dubbi e preoccupazioni. Quando scopri di avere questa malattia le tue aspettative future non si prefigurano tanto rosee. Non conoscevo nessuna persona con questa malattia e non conoscevo con precisione che manifestazioni portasse. Poi ti colleghi a internet, navighi un po' e ti cade il mondo addosso!
 
Questo mondo ti travolge ancora di più quando si manifestano le ricadute che, nel mio caso, sono state piuttosto cupe e destabilizzanti. Per uno come me, appassionato di vita all'aria aperta, di sport e di lunghe camminate in montagna, subire dei blocchi totali alle gambe che sono durati un paio di mesi e che si ripresentavano con puntualità ogni 7-8 mesi, è stato psicologicamente provante e opprimente. 
Fortunatamente queste défaillance fisiche sono pian pianino rientrate anche se hanno lasciato, ogni volta, dei leggeri strascichi. 
Mi sentivo come l'antennina di una chiocciola che si ergeva continuamente ma doveva ritirarsi repentinamente traumatizzata perché un bambino dispettoso sopra di lei era pronto, ogni volta, a schiacciarla con il suo ditino. Faccio questo paragone perché da piccolo, questo giochino, l'ho fatto diverse volte anch'io! 
 
Da "giovane" (di anni ne ho 46) giocavo a calcio. Facevo lo stopper. Tecnicamente piuttosto scarso per i piedi poco gentili sopperivo a questa lacuna con la grinta e determinazione e più il centravanti da marcare era forte maggiore foga agonistica ci mettevo. Ecco! Decisi di comportarmi nei confronti di questa malattia che mi sono trovato di fronte con questo approccio, reminiscenza del mio passato sportivo. Cercai cure alternative (ce ne sono parecchie e pure efficaci) impegnandomi e documentandomi e cominciando a compiere piccole imprese sportive. Come percorrere in solitaria i 220 km del tratto della Via Francigena da Fidenza a Lucca, scavalcando gli Appennini in dieci giorni. 
 
Le ricadute cominciarono a portarmi via energia ma, in ogni caso, cercavo di fare movimento ogni giorno. Azzeccai una buona cura e le energie, piano piano, tornarono in me. Il giorno di Capodanno del 2013, in una bella mattinata soleggiata, venni a Codroipo per correre la simpatica NUMAR1NING e feci la conoscenza di Franco Castellani che mi coinvolse e convinse a presentarmi al campo sportivo il mercoledì successivo. Di lì a poco mi iscrissi all'Atletica 2000 e cominciai ad allenarmi con costanza sotto la sapiente conduzione di Micaela bonessi. All'epoca della diagnosi non mi sarei mai aspettato di iscrivermi sette anni dopo ad una squadra di atletica! Non dissi a nessuno della mia malattia perché notavo che correvo alla pari, se non addirittura meglio, di altri miei compagni. Feci tre maratonine (il mio record personale lo feci a Udine con un tempo di poco superiore a 1 h e 32 m) ma la mia passione divenne il correre in montagna. Quell'anno corsi la JamaRun sul Carso, la Sky Race della Carnia, la Cross Road Run a Valdobbiadene, il Chilometro Verticale della Val Resia (ascesa sotto l'ora) per terminare con la Transpelmo. Tutte gare con piazzamenti molto dignitosi e gratificanti. 
 
Nel 2014 continuai ad essere iscritto con l'Atletica 2000 ma non potei dedicarmi alla corsa come l'anno precedente. Questioni di cuore mi portarono spesso e volentieri, nei fine settimana, verso le nebbie del mantovano dove, vicino all'argine del Po, abitava Federica. Purtroppo in quell'anno ebbi anche una recidiva della malattia e ci misi qualche mese a rimettermi in carreggiata. La forma fisica non era quella degli anni precedenti per via degli allenamenti mancati ma, comunque, appena possibile partecipavo alle marce domenicali con uno spirito maggiormente ludico e meno competitivo. Questo fino a tutto il 2015. Poi smisi di andare verso l'argine del Po perché Federica, finalmente, decise di venire con me in Friuli. Allora ebbi di nuovo spazio e tempo per allenarmi  meglio. Qualche mese fa lessi delle imprese del campione paralimpico "nostrano" Luca Campeotto e decisi di approfondire la possibilità di iscrivermi di nuovo con l'Atletica 2000 che cura, promuove e sostiene anche gli atleti con disabilità. 
 
E così sono di nuovo tornato a fare parte di questa compagine atletica grazie anche all'interessamento di Matteo Tonutti. Mi ritengo piuttosto fortunato perché la maggior parte di altre persone con la mia malattia non riesce a fare quello che sto facendo io a livello di sport ma penso anche che con  la determinazione, l'ottimismo e un pizzico di follia si possa ovviare un po' alle limitazioni della sclerosi multipla. Noi malati viviamo perennemente con uno zainetto addosso. A volte è leggero e sopportabile, in altre situazioni ti taglia le spalle e ti appesantisce fino allo sfinimento. 
 
Il 1° giugno su invito di Atletica 2000 ho gareggiato a Codroipo in pista sui 5.000 metri nella MezzoFondo Party. Sono arrivato buon ultimo ma ci ho messo l'anima nell'affrontare quei giri di pista! Più dignitosa la mia presenza nel Trail dei Cramars di Vinaio, lo scorso 12 giugno. 19° all'arrivo (su oltre cento partecipanti) dopo 24 km in montagna e 1.200 metri di dislivello da superare. Gli ultimi 3 km (pur in discesa) sono stati devastanti ma, sul fil di lana, ho recuperato forze inattese e nascoste sprintando e superando il concorrente montanaro che mi precedeva di pochi metri nelle ultime battute della corsa. 
 
Sono ritornato e voglio rimanerci il più possibile!"
 
 Luca

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