Vi proponiamo un articolo per ragionare assieme su quale sia la migliore attività per i Vostri figli e nipoti.
Lo sport, se fatto rispettando le fasi di crescita dei bambini e dei ragazzi, permette di potenziare non solo il fisico ma di completare le risorse intellettive del bambino.
Permettere loro di giocare e divertirsi in un ambiente sano; questo è quello che cerchiamo di proporre durante i corsi di Psicomotricità (3-5 anni) e di attività motoria (6-10) anni.
Cosa e dove lo facciamo potete leggerlo a questo link: www.atletica2000.it/index.php/corsi
L'articolo che vi proponiamo è di Andrea Dall'Angelo tratto dal sito www.ilcoach.net
Fase di introduzione all’attività sportiva: 6-10 anni
Come già detto nel precedente articolo, i bambini in questa fascia d’età (6-10 anni), detta anche 1° età scolare, presentano:
- Piacere verso il movimento ed interesse verso la pratica degli sport;
- Buon equilibrio psichico, ottimismo, spensieratezza, capacità critica, capacità di concentrazione, capacità di differenziazione fine;
- Apprendimento motorio facile, quasi istantaneo, ma con difficoltà a fissarlo nel tempo: in questo periodo ciò che viene appreso va ripetuto un numero sufficiente di volte per renderlo un movimento stabile nel repertorio del bambino;
In questa fascia d’età (6-10 anni), estremamente sensibile, si vanno a creare adattamenti importanti per lo sviluppo delle capacità motorie che saranno importanti per la pratica sportiva futura. Come avviene in molti paesi sia Europei che extraeuropei, la scuola a quest’età dovrebbe avere un ruolo fondamentale per lo sviluppo di tali competenze, ma come sappiamo l’Italia non è certamente all’avanguardia da questo punto di vista. Anche la famiglia ha un ruolo molto importante, in quanto dovrebbe favorire il movimento dei bambini, la scoperta di giochi e movimenti nuovi e la pratica di attività creative e dinamiche.
Le indicazioni di seguito riportate potranno essere utili ai tecnici, allenatori, insegnanti delle scuole elementari, ma anche agli stessi genitori (che spesso sono i primi a voler vedere i propri figli primeggiare sugli altri) che vogliono comprendere l’importanza del movimento nei più piccoli.
Rivolgendo il discorso agli allenatori/istruttori, bisogna essere consapevoli che spesso l’attività motoria proposta a queste fasce d’eta (6-10 anni) dalle associazioni sportive è talmente ridotta (1/2 ore a settimana) che risulta molto difficile dare stimoli adeguati a soggetti di per se molto sedentari, mentre i miglioramenti potrebbero essere notevoli in ragazzini già molto attivi durante il resto della giornata.
In questa fase ai bambini (6-10 anni) dovrebbero essere proposti programmi di allenamento a bassa intensità dove l’obiettivo primario è il divertimento. Questo in quanto la maggior parte dei bambini non è in in grado di far fronte alle esigenze fisiche e psicologiche degli allenamenti ad alta intensità o delle competizioni.
I programmi di allenamento per questi giovani atleti devono focalizzarsi sullo sviluppo atletico generale e non sulle prestazioni specifiche per un determinato sport. È importante una formazione multilaterale e polisportiva, per garantire l’apprendimento di un ampio bagaglio motorio; da tenere presente quando si allenano i giovani tra i 6 e i 10 anni:
- Il corpo a queste età sta cresce ad un ritmo costante e i gruppi muscolari più grandi si sviluppano con maggiore velocità rispetto a quelli più piccoli.
- Il sistema cardiorespiratorio si sta sviluppando e la capacità aerobica è adeguata per la maggior parte delle attività.
- La capacità anaerobica è limitata: i bambini hanno scarsa tolleranza per l’accumulo di acido lattico.
- I tessuti del corpo sono sensibili ai danni: i legamenti si stanno rinforzando, ma le estremità delle ossa sono ancora cartilaginei e devono ancora completare la calicificazione.
- La capacità di attenzione è breve: i bambini di 6-10 anni sono orientati all’azione, quindi non è consigliabile tenerli fermi ad ascoltare spiegazioni per lunghi periodi di tempo.
- È particolarmente importante che l’allenamento in questa fase sia vario e creativo.
- Bisogna dare enfasi al divertimento e alla partecipazione di ogni bambino.
Le seguenti linee guida aiuteranno nella creazione di programmi di allenamento che sono ideali per i bambini in questa fascia d’età (6-10 anni):
- Attività per lo sviluppo multilaterale con l’introduzione di una vasta gamma di competenze ed esercizi tra i quali correre, saltare, prendere, lanciare, trasportare, rotolare, arrampicarsi, equilibrio, ritmo, etc…
- Lasciare ad ogni bambino il tempo necessario per sviluppare adeguatamente le competenze, senza avere fretta di saltare le tappe;
- Creare rinforzi positivi (gratificazioni e complimenti) con i bambini che si impegnano e sono autodisciplinati;
- Incoraggiare i bambini a sviluppare la mobilità articolare, la coordinazione e l’equilibrio;
- Incoraggiare i bambini a sviluppare diverse e svariate abilità motorie a bassa intensità, in modo da evitare i traumi. Ad esempio, il nuoto è uno sport da tenere in grande considerazione per lo sviluppo del sistema cardiorespiratorio, in quanto riduce al minimo le sollecitazioni sulle articolazioni, i legamenti ed i tessuti connettivi;
- Selezionare un adeguato numero di ripetizioni per ogni abilità, ed incoraggiare i bambini a eseguire correttamente la tecnica di ogni esercizio;
- Dare grande importanza all’etica, al fair play e alla correttezza verso i compagni (e gli avversari)
- Dare l’opportunità ai ragazzi e alle ragazze di partecipare insieme alle varie attività;
- Incoraggiare la pratica multisportiva, cioè di sport vari e diversi, per creare una vasta gamma di stimoli motori.
In tutte le categorie giovanili, soprattutto tra i 6-10 anni, l’enfasi va data all’insegnamento e all’educazione motoria, psichica e comportamentale dei giovani.
In queste categorie bisognerebbe parlare di istruttore-educatore e non di allenatore, in quanto l’obiettivo primario dovrebbe essere l’insegnamento di tutte le abilità motorie utili ad una successiva alta prestazione.
Evitare quindi di premiare, enfatizzare la prestazione e la vittoria, ma concentrarsi e “premiare” il miglioramento delle abilità e delle capacità motorie, la buona educazione, il rispetto delle regole ed il rispetto di tutti gli altri bambini.
A cura di Andrea Dell’Angelo
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